SPS propone ai professionisti consulenze individuali e incontri formativi di gruppo. L’obiettivo è esplorare e contestualizzare il cambiamento sia della domanda verso le professioni, che dei nuovi setting di lavoro.
Negli anni abbiamo lavorato con persone incardinate nei più diversi tipi di organizzazioni, da quelle produttive a quelle di servizio, come pure con liberi professionisti. Ricordiamo, tra gli altri, interventi con ENEL, Telecom, Tim, Infocamere, Ospedali, Scuole, Servizi socio-saniotari. Su tali attività sono numerose le pubblicazioni scientifiche; SPS gestisce una rivista, Quaderni di Psicologia Clinica, che rivolge una particolare attenzione alle questioni connesse all’intervento.
Attualmente molte iniziative formative, rivolte alle professioni socio-sanitarie, sono formalizzate come ECM.
Nell’attività formativa riteniamo centrale lo studio di casi, attraverso il modello di lettura della relazione sociale e organizzativa elaborato a partire dagli anni Ottanta da SPS e in particolare da Renzo Carli.
2025
LE CULTURE DEL LAVORO E IL CAMBIAMENTO SOCIALE: DIFFERENZE DI GENERE, DI CLASSE, GENERAZIONALI. STRUMENTI PER L’INTERVENTO PSICOLOGICO CON LE PERSONE E NELLE ORGANIZZAZIONI
Da diversi anni SPS studia le culture del lavoro come prisma di osservazione del cambiamento sociale. Nel corso discuteremo i frutti di questa ricerca soffermandoci in particolare sugli strumenti che possiamo trarne per l’intervento psicologico con le persone e nelle organizzazioni. Proporremo un pool di letture interdisciplinari (psicosociologia, psicoanalisi, storia, filosofia) che ci aiutino a contestualizzare e a leggere nella loro dinamicità storica i problemi del lavoro di cui facciamo esperienza nella contemporaneità. Commenteremo questa letteratura mettendola a confronto con le esperienze dei partecipanti e con un archivio di casi di intervento e di storie familiari che in SPS stiamo raccogliendo e organizzando. Come punto di partenza della nostra riflessione, considereremo due eventi che per i loro effetti sistemici e la loro portata mondiale hanno segnato in modo più evidente un cambiamento, una discontinuità storica, nella simbolizzazione del lavoro: ci riferiamo alla crisi economica e finanziaria del 2008 cui seguì la cosiddetta “grande recessione” e alla pandemia di COVID 19 iniziata in Italia nel gennaio 2020. Nell’arco di questi ultimi vent’anni si è reso più chiaro un movimento che era già in essere da tempo, di progressiva uscita da una fase moderna del lavoro e ingresso in una post-modernità. Parliamo ovviamente di processi che non avvengono mai nei termini di un superamento lineare ma implicano sempre, in una lettura psicoanalitica, dinamiche di stratificazione e concatenamento di culture.






